Barriera antiaderente

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In alcuni contesti post-operatori in ginecologia si possono formare delle aderenze. Si tratta di bande di tessuto fibroso anomalo che si sviluppano tra organi o strutture interne, spesso in risposta a infiammazioni, infezioni o traumi chirurgici. Queste aderenze sono la prima complicanza tardiva dopo un intervento chirurgico (isteroscopia o laparoscopia) e possono causare dolore, infertilità, rioperazione…

Per prevenire la comparsa di queste aderenze, è fortemente raccomandato l’uso di barriere anti-aderenti. Questi dispositivi medici vengono applicati alle aree a rischio al termine dell’intervento. Il loro ruolo è quello di separare temporaneamente le superfici dei tessuti durante la fase di guarigione, al fine di limitare il contatto diretto e ridurre così il rischio di aderenze patologiche.

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Le vostre domande più frequenti

Quali sono i vantaggi per l'assistenza ai pazienti nel medio e lungo termine?

L’uso di barriere anti-adesione riduce il rischio di formazione di aderenze post-operatorie, che possono essere responsabili di dolore cronico, infertilità secondaria o complicazioni durante gli interventi successivi. Ciò contribuisce a migliorare la qualità di vita dei pazienti e a limitare la necessità di ripetere l’intervento. Il paziente non avverte la presenza della barriera, che si elimina naturalmente nel tempo senza ulteriori interventi.

Sì, in senso positivo. Riducendo la formazione di aderenze nell’utero, nelle tube di Falloppio o nelle ovaie, questi dispositivi aiutano a preservare la fertilità e ad aumentare le probabilità di una successiva gravidanza. Il loro utilizzo è particolarmente importante nelle pazienti in età fertile.

No, nella maggior parte dei casi, l’applicazione di soluzioni antiaderenti non richiede alcun dispositivo aggiuntivo specifico. La scelta del dispositivo (gel, membrana o altra soluzione) può influenzare le modalità pratiche di applicazione, ma in genere viene integrato nella procedura chirurgica senza alcun vincolo. Nel nostro caso, il prodotto è pronto all’uso e il suo applicatore integrato garantisce un posizionamento facile e preciso.

No, l’applicazione delle barriere antiaderenti è rapida e si effettua alla fine della procedura. Tuttavia, il tempo di preparazione può variare a seconda del tipo di dispositivo: alcune soluzioni devono essere ricostituite o miscelate prima dell’uso, il che può allungare i tempi. Poiché il nostro prodotto è pronto all’uso, non è necessaria alcuna preparazione speciale. L’assistente di sala operatoria non deve far altro che aprirlo per applicarlo immediatamente al termine dell’intervento.

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Aderenze, la complicazione principale dopo interventi chirurgici isteroscopici e laparoscopici

In ginecologia chirurgica, l'uso di una barriera antiaderente mira a prevenire la formazione di aderenze postoperatorie. Il loro sviluppo può avere conseguenze cliniche significative: dolore pelvico cronico, disturbi mestruali, riduzione della fertilità e persino ostruzione tubarica. Le barriere antiaderenti sono disponibili in varie forme (gel, pellicole, polveri) e agiscono creando una separazione fisica temporanea tra i tessuti, consentendo alla mucosa uterina o al peritoneo di guarire in modo ottimale. Sono particolarmente indicate durante procedure chirurgiche ad alto rischio di aderenze, come la miomectomia (rimozione di fibromi), la chirurgia dell'endometriosi, la chirurgia tubarica o alcune isteroscopie operative (come la resezione di sinechie o setti uterini).

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Saperne di più…

Queste barriere sono completamente riassorbibili e progettate per essere eliminate naturalmente dall'organismo dopo un certo periodo di tempo, senza necessità di rimozione. Il loro utilizzo è quindi complementare alla chirurgia mini-invasiva, con l'obiettivo di ridurre il rischio di complicanze tardive, promuovere il recupero funzionale dell'apparato riproduttivo e preservare il potenziale riproduttivo.

I criteri essenziali per una barriera antiaderente

Per essere efficace e adatta alla pratica clinica, una barriera antiaderente deve soddisfare diversi criteri. Innanzitutto, deve essere pronta all'uso e facile da applicare, in modo da non prolungare inutilmente la procedura e integrarsi perfettamente nel processo chirurgico. La sua composizione deve garantire una perfetta tollerabilità da parte dell'organismo e un riassorbimento naturale senza effetti avversi. L'efficacia di una barriera antiaderente si basa in gran parte sulla sua capacità di aderire bene alle superfici trattate, indipendentemente dall'area anatomica interessata, e di rimanere stabile per tutta la durata del processo di guarigione, senza influire negativamente sul recupero postoperatorio. Infine, la sua efficacia deve essere convalidata da solidi studi clinici, offrendo così a chirurghi e pazienti un elevato livello di affidabilità e sicurezza.

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